Blog aperto- venerdì 11 novembre 2011-

Il cantastorie era colui che andava in giro a cantare “storie” per paesi e città, attività già nota dalla metà dell’800, egli di solito si fermava in una piazza, all’angolo di una strada, in un mercato, dove c’era tanta gente di passaggio e lì incominciava a cantare, a suonare, a esibire i suoi fogli e i suoi cartelloni e tutti si radunavano ad ascoltare e a guardare. Un po' come facciamo noi in rete, esibiamo i post e gira e rigira la voglia di raccontare viene fuori. Da piccola sognavo di fare la cantastorie,ero affascinata da questa figura e le loro storie che tanto bene raccontavano.
Blogspot ha realizato in parte questa mia fantasia di bambina, ma a quando vedo e leggo, la figura del cantastorie è solo cambiata, si è trasformata e qui in rete chi in un modo e chi in un altro, un po' tutti " cantiamo le nostre storie" Natale si accosta, con lui i ricordi e i volti amati ritornano e con loro un po' del nostro passato. Nell'attesa del Santo Natale ricorderemo e ci racconteremo. Questi racconti che ho radunato e messi insieme ve li dono con l'augurio di un Santo Natale! Perchè noi bloggers, siamo i moderni cantastorie.


mercoledì 21 dicembre 2011

Il Monticiano Racconta

SABATO 26 DICEMBRE 2009
SE NATALE DURASSE DI PIU'
Da un fatto vero
Nel tratto di strada dove abito c’è una grossa scuola comunale e statale che parte dal nido d’infanzia
e arriva alla scuola media, multi-etnica, frequentatissima, confinante con il condominio di cui fa parte la mia abitazione. Al lato opposto di questa strada che è a senso unico, c’è il muro esterno di un Istituto statale tecnico industriale. All’infuori di un piccolo locale a piano terra, un’enoteca che vende vini pregiati molto costosi, e di tre vetrine di un negozio d’abbigliamento ed accessori in angolo con una via più grande e trafficata, non esiste alcun altro esercizio commerciale. Ho voluto precisare questi dettagli giacché al contrario di quello che succede in moltissime strade di questa città che è Roma la capitale d’Italia, qui di shopping se ne vede poco pur trovandoci nelle immediate vicinanze del centro. Ecco quindi spiegata la mia meraviglia nell’assistere ad un fatto piuttosto particolare che mi ha incuriosito.



Alle 11.00 di mattina di lunedì 21 dicembre 2009, tornavo a casa dopo aver percorso un paio di chilometri a piedi, piuttosto infreddolito data la bassa temperatura di questo periodo quando all’angolo della strada vedo quattro uomini vestiti e truccati da Babbo Natale che sostavano chiacchierando tra loro. Alti di statura, ben piazzati fisicamente, di un’età presumibile intorno ai cinquanta anni, avevano in mano uno strumento musicale diverso per ciascuno di loro: una tromba, una chitarra, un mandolino e un tamburo un po’ artigianale. Mi ero allontanato e stavo cercando la chiave per aprire il portone quando i quattro Babbo attaccano a suonare un ben noto motivo musicale natalizio. Però, per quanto io capisca poco di musica, mi sembravano piuttosto stonati se
questa definizione si può usare anche per gli strumenti oltre che per i cantanti. Sembrava che ognuno andasse per conto proprio. Mi sono trattenuto quasi accanto a loro fino a quando hanno terminato di suonare, poi mi sono avvicinato per offrire qualche spicciolo ma non ho visto né piattini, né cartoni, né cappelli insomma nulla d’adattabile per la raccolta di offerte. Ho interpellato
il meno grosso dei quattro, a scanso d’equivoci, e gli ho chiesto dove potevo posare la mia modesta offerta di cinque euro precisando che, in considerazione della mia pensione la quale neppure in due anni avrebbe mai superato lo stipendio mensile di uno dei “nostri” deputati, non potevo permettermi di più. Il più piccolo dei quattro mi guarda e mi dice:
= Senti capo, tu non ci devi dare nulla
= Capisco che è poco, ma credo che voi state qui per guadagnare qualcosa
= Tranquillo, i soldi ce li danno i negozianti di questa zona. Veniamo pagati per fare loro un po’ di
pubblicità, attirare i passanti e farli diventare clienti
= Si ma vi siete fermati all’angolo di queste due strade e non mi pare che ci sia un gran passaggio di persone
= E’ vero, il fatto è che da qualche minuto in quest’angolo ci batte un po’ di sole così ci riscaldiamo almeno qualche minuto
= Potevate mettervi qualcosa di più pesante
= Quando il proprietario del magazzino che ci dato questi costumi e ci ha consentito di lasciare da lui i nostri vestiti non pensavamo che facesse così freddo
= Scusa, capisco che dovrei farmi i fatti miei, ma da quanto tempo fate questo lavoro?
= Da circa dieci giorni.
= Fate parte di una banda musicale?
= No di una banda di disoccupati
= Come?
= Già. Quindici giorni fa ci hanno licenziato da una fabbrica di mobili che si trova poco fuori Roma e da quattro mesi non abbiamo preso più uno straccio di stipendio. Ognuno di noi ha famiglia più o meno grande e ci vogliono soldi per andare avanti. Abbiamo chiesto in giro se ci fosse qualcosa che ci potesse permettere di guadagnare un po’ di soldi in maniera onesta e abbiamo trovato questo magazzino che ci ha proposto questa attività. Volenti o nolenti abbiamo detto di sì, abbiamo rimediato questi strumenti da qualche amico, ci hanno detto come andavano adoperati e dopo un po’ di giorni ci siamo messi all’opera
= E va bene, però scusami se faccio dello spirito, ma è un’opera da quattro soldi
= Vero, non c’è da stare tanto allegri però ci contentiamo di portare a casa quello che rimediamo, si deve mangiare non credi? Sempre sperando di riuscire a trovare qualcosa di meglio.
Durante questa breve conversazione mentre gli altri tre ascoltavano sostenevano con un cenno della testa le affermazioni del loro amico.
Il tutto con una dignità da ammirare, senza urla né strepiti e neppure una parola fuori posto.
Ci siamo salutati con un’energica stretta di mano. Quella mia quasi per confortarli. Il mio interlocutore mi disse:
= CERTO SE NATALE DURASSE DI PIU’…  Aldo 

3 commenti:

Rosaria ha detto...

Caro Alduccio questo tuo racconto lo ricordo ma l'ho riletto e nel cuore ho provato la stessa spina di ingiustizia per un mondo che non è equo.
Ma la dignità dei dei tre uomini è una ricchezza che pochi hanno.
Buon natale alduccio a te e famiglia
Bacione.

riri ha detto...

Caro, il tuo racconto mi riporta alla dignità di persone che farebbero di tutto per guadagnarsi qualche euro, tranne delinquere, ed in un mondo così sconquassato è virtù:-) Baci et abbracci Alduccio caro.Un mondo di bene ti auguro:-)

L'angolo di raffaella ha detto...

Caro Aldo... quanta dignità in queste persone e quanta posività... pur non sapendo suonare si sono dati da fare per non prendere strade sbagliate.
Un abbraccio

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