Blog aperto- venerdì 11 novembre 2011-

Il cantastorie era colui che andava in giro a cantare “storie” per paesi e città, attività già nota dalla metà dell’800, egli di solito si fermava in una piazza, all’angolo di una strada, in un mercato, dove c’era tanta gente di passaggio e lì incominciava a cantare, a suonare, a esibire i suoi fogli e i suoi cartelloni e tutti si radunavano ad ascoltare e a guardare. Un po' come facciamo noi in rete, esibiamo i post e gira e rigira la voglia di raccontare viene fuori. Da piccola sognavo di fare la cantastorie,ero affascinata da questa figura e le loro storie che tanto bene raccontavano.
Blogspot ha realizato in parte questa mia fantasia di bambina, ma a quando vedo e leggo, la figura del cantastorie è solo cambiata, si è trasformata e qui in rete chi in un modo e chi in un altro, un po' tutti " cantiamo le nostre storie" Natale si accosta, con lui i ricordi e i volti amati ritornano e con loro un po' del nostro passato. Nell'attesa del Santo Natale ricorderemo e ci racconteremo. Questi racconti che ho radunato e messi insieme ve li dono con l'augurio di un Santo Natale! Perchè noi bloggers, siamo i moderni cantastorie.


domenica 13 novembre 2011

Tomaso racconta...

VENERDÌ 30 LUGLIO 2010


BUON GIORNO AMICI ED AMICHE,

oggi mi sento in vena di raccontarvi una semplice storia.

Siamo negli anni difficili per tutti, 1937 - 1940, in un piccolo paese che vive a stento; il 90% degli uomini sono emigrati stagionali.
Una massaia per sbarcare il lunario cerca in tutti i modi di guadagnare qulche lira per i suoi cinque figli, facendo la lavandaia per i soldati alloggiati nei vecchi edifici delle scuole. La massaia lavava e stirava, utilizzando ed ogni minuto per il benessere della famiglia.
In quel periodo le scarpe costavano molto e i soldi non erano mai abbastanza.
Un giorno vidi quella signora con un vecchio copertone di bicicletta in mano, a un tratto chiamò uno dei bambini e gli misurò la pianta del piedino e con un vecchio coltello ben affilato ritagliò dei pezzi a forma di piedi; rimasi sorpreso quando vidi che stava lavorando con della vecchia tela di canapa e altri strani ritagli.
Due giorni dopo erano nati un paio di sandali. Fu una cosa geniale per tutta la famiglia, ne confezionò un paio, erano molto leggeri e ci si camminava comodamente.
Le voci si sparsero in fretta ed in paese tutti ne parlavano. Ogni giorno andavano a chiedere alla signora se poteva farne anche per loro e le portavano vecchie stoffe di tutti i tipi. La signora andò da un vecchio calzolaio e gli chiese se poteva avere una vecchia forma di ferro, quella dove si appoggiano le scarpe per ripararle. Il calzolaio guardò nel suo magazzino e le regalò uno di quei ferri. Ricordo come fosse ieri che la donna era felice. Aveva trasformato la piccola stanza dove viveva in un vero laboratorio pieno di forme e misure varie di piedi. Non aveva mai tempo per riposare; quel lavoro le dava una certa sicurezza per i suoi cinque figli.
Un giorno arrivò una signora considerata in paese una persona benestante, portò un pacco con della stoffa e disse: - Maria, guarda se con questa stoffa puoi fare un bel paio di sandali per me e le mie figlie.
Maria, che era il nome della signora che eseguiva questi lavori, esaminò attentamente la stoffa e disse: Tutto si può fare, ma questa stoffa non è duratura; se lei accetta io mi prendo questa staffa e le metto della tela molto resistente e di sicuro verrà bene.
La signora rispose che per lei andava bene.
Maria guardò quella stoffa e vide che era un pezzo molto grande e che forse avrebbe potuto realizzare qualcosa di molto importante.
In paese intanto si stavano facendo dei preparativi per i bambini, perché dopo qualche settimana ci sarebbe stata la prima comunione e tutti pensavano al vestito per i comunicandi.
Detto e fatto, Maria prese il bambino e si recò dal vecchio sarto che in paese faceva di tutto e gli chiese se la stoffa sarebbe bastata per un piccolo giubbino e un paio di pantaloni per il suo banbino che avrebbe fatto la prima comunione. Il sarto prese le misure e con diverse giunture quasi invisibili gli confezionò un vestitino carino. Venne il giorno della prima comunione e anche un povero bambino fece una gran bella figura.Questa storia sembra una favola, ma è una storia vera.Ve lo può testimoniare quel bambino,Perché quel bambino ero io

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