Blog aperto- venerdì 11 novembre 2011-

Il cantastorie era colui che andava in giro a cantare “storie” per paesi e città, attività già nota dalla metà dell’800, egli di solito si fermava in una piazza, all’angolo di una strada, in un mercato, dove c’era tanta gente di passaggio e lì incominciava a cantare, a suonare, a esibire i suoi fogli e i suoi cartelloni e tutti si radunavano ad ascoltare e a guardare. Un po' come facciamo noi in rete, esibiamo i post e gira e rigira la voglia di raccontare viene fuori. Da piccola sognavo di fare la cantastorie,ero affascinata da questa figura e le loro storie che tanto bene raccontavano.
Blogspot ha realizato in parte questa mia fantasia di bambina, ma a quando vedo e leggo, la figura del cantastorie è solo cambiata, si è trasformata e qui in rete chi in un modo e chi in un altro, un po' tutti " cantiamo le nostre storie" Natale si accosta, con lui i ricordi e i volti amati ritornano e con loro un po' del nostro passato. Nell'attesa del Santo Natale ricorderemo e ci racconteremo. Questi racconti che ho radunato e messi insieme ve li dono con l'augurio di un Santo Natale! Perchè noi bloggers, siamo i moderni cantastorie.


giovedì 22 dicembre 2011

Rosy racconta

Nella mia famiglia, la povertà regnava sovrana. Mancava sempre tutto. Un giorno arrivò da noi il bibigas. Mia madre quella mattina comprò un sacco di roba. Un signore si presentò a casa nostra in tuta blu, montò il bibigas e dava spiegazioni come si accendeva e si spegneva. La prima cosa che fu messa sul bibigas, fu la macchinetta del caffè in un attimo si sparse per la casa un bel profumo di caffè che offrimmo al signore in tuta blu. Quel giorno si cucinò e si mangiò. Non ricordo che età avevo, ma ricordo perfettamente che pensai...adesso si mangerà tutti i giorni. Prima del bibigas, si cucinava con i carboni e questi mancavano sempre, perchè sempre mancavano i soldi per comprarli Cosi, il primo piatto da noi diventava l'ultimo, ma proprio l'ultimo. ll mio pensiero risultò sbagliato. Il bibigas non risolse nessun problema anzi ne creò altri Succedeva che se c'era la bambola, mancava la pasta, se c'era la pasta finiva la bombola e non c'erano i soldi per comprarla. Il massimo era che quando c'erano queste due cose mancavano i cerini e sempre per la stessa ragione non si potevano comprare... cosi mia madre mi metteva fuori la porta e mi diceva di avvertirla se vedevo un uomo. Già sapevo, quello che
avrebbe fatto. Sarebbe uscita, l'avrebbe aspettato e come il povero uomo si avvicinava  con un bel sorriso avrebbe detto buongiorno! per poi immediatamente chiedere...avete un cerino? Certo ! il povero uomo prontamente ma ignaro offriva a mia madre tutta la scatola dicendo..prendete voi...mia madre, buon'anima con una faccia tosta gli svuotava mezza scatola e rientrando ci raccomandava di non usare i cerini. Li metteva nella credenza dentro un bicchiere,  ben cautelati.



Mamma, in questa carrellata tu, si proprio tu non potevi mancare..ricordo che ogni anno al mio compleanno puntuali arrivavno sempre i tuoi fiori... ti sembrerà strano ma mi manchi. .mi mancano le lotte con te, mi mancano i nostri contrasti, mi mancano le litigate che ci facevamo, la tua dolcezza. Sai ora come saresti felice di ascoltarlo dalle mie labbra...la vita è stata dura con te e di riflesso con noi. Ora che ti parlo non più come figlia arrabbiata ti dico che la sbagliata non eri tu, è questa vita infame che non rende giustizia a nessuno...Adesso che sono  mamma e nonna,  vorrei essere figlia per un solo giorno, ma solo per riabbracciarti.Buon Natale anche a te mamma  e a Caterina. Mi mancate.

2 commenti:

Caterina ha detto...

Ciao Rosy, mi fai piangere! Vorrei essere anch'io figlia per un solo giorno!
Un abbraccio forte-forte

L'angolo di raffaella ha detto...

Crescendo si capiscono tante cose e scatta la voglia di recuperare.
Cara Rosy le tue parole sono bellissime... mi hai commossa!
Un bacio

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