Blog aperto- venerdì 11 novembre 2011-

Il cantastorie era colui che andava in giro a cantare “storie” per paesi e città, attività già nota dalla metà dell’800, egli di solito si fermava in una piazza, all’angolo di una strada, in un mercato, dove c’era tanta gente di passaggio e lì incominciava a cantare, a suonare, a esibire i suoi fogli e i suoi cartelloni e tutti si radunavano ad ascoltare e a guardare. Un po' come facciamo noi in rete, esibiamo i post e gira e rigira la voglia di raccontare viene fuori. Da piccola sognavo di fare la cantastorie,ero affascinata da questa figura e le loro storie che tanto bene raccontavano.
Blogspot ha realizato in parte questa mia fantasia di bambina, ma a quando vedo e leggo, la figura del cantastorie è solo cambiata, si è trasformata e qui in rete chi in un modo e chi in un altro, un po' tutti " cantiamo le nostre storie" Natale si accosta, con lui i ricordi e i volti amati ritornano e con loro un po' del nostro passato. Nell'attesa del Santo Natale ricorderemo e ci racconteremo. Questi racconti che ho radunato e messi insieme ve li dono con l'augurio di un Santo Natale! Perchè noi bloggers, siamo i moderni cantastorie.


martedì 31 gennaio 2012

LI AVEVO DIMENTICATI

Aldo sta anche qui

LUNEDÌ 30 GENNAIO 2012

LI AVEVO DIMENTICATI
Sono stato rimproverato!
E il rimprovero me lo merito tutto poiché ho saputo che, a causa o grazie ad internet, alcuni miei scritti riguardanti certi trascorsi di quando ero un bambino, un ragazzo, poi un adolescente e vivevo a Roma, Via della Polveriera, mio luogo natio, sono stati e vengono letti dai miei coetanei di allora e di oggi. E non solo da quelli che vivono a Roma ma anche da coloro che per ragioni personali si sono trasferiti da questa città in altri luoghi d'Italia oppure in Danimarca, Germania e California. Questo però ha fatto nascere un problema per me in quanto ho dimenticato qualcuno e qualcosa di quando vivevo lì, nell'Isola del zibibbo la zona di cui parlo nel mio precedente scritto del 13 gennaio corrente.
Andiamo sul concreto.


 Questa mattina ho incontrato uno di quegli amici, miei coetanei o quasi, anche lui ex abitante nel mio stesso fabbricato di Via della Polveriera ed ora invece residente nel Rione Esquilino a 500 metri da dove abito io.
Per la verità c'incontriamo spesso e scambiano ricordi di quei tempi andati però oggi m'ha messo al corrente che ogni sabato mattina, verso le 10, lui s'incontra con una parte dei componenti della nostra "banda" in un bar dell'Isola. Perlomeno quelli che sono rimasti.
Da lì sono nati i problemi perché si sono chiesti leggendo i miei scritti su ER MONETA e gli altri:
= Ma come, Aldo "er ficozza" si è dimenticato di questo e di quest'altro nonchè di quello che erano e che facevano?
Ecco perché sento quasi il dovere di parlare un poco anche di qualcuno di quelli dimenticati.
Qualche giorno fa ho ricevuto una telefonata attraverso la quale una voce femminile mi saluta e mi chiede, senza dirmi il nome, se la riconosco. Io rispondo no e le chiedo a mia volta chi è lei. Invece di dirmi come si chiama mi dice che la dovrei riconoscere in quanto a suo tempo abitava accanto a casa mia in Via della Polveriera. Dopo qualche altro tira e molla mi fa capire di essere la figlia femmina facente parte della famiglia che abitava sullo stesso pianerottolo, all'interno 10 – noi stavamo all'11 – e telefonava dalla Liguria per parlarmi di ciò che avevo scritto e che lei aveva letto. Come potevo riconoscerla dopo oltre sessant'anni?
Pertanto è meglio se parlo anche di alcuni altri amici e dei loro soprannomi:
su "er cammina" devo precisare che le sue lunghe camminate giornaliere – dal Colosseo alla Basilica di San Paolo fuori le mura - circa 7-8 chilometri – diceva che gli erano necessarie non solo per pensare ma anche perchè soltanto lì, in un laboratorio di pasticceria di quella zona, poteva trovare una ciambella più grande, più buona e meno cara di altri posti;
- poi "er ciulecchia" il quale si era fabbricato una mazzafionda e, affacciato alla finestra di casa sua, si divertiva a "sparare" fiondate ai passeri e ad altri volatili facendo quasi sempre cilecca. Una volta però prese di mira un tale che alla fontanella al Largo della Polveriera stava riempiendo d'acqua un fiasco di vetro. Lo centrò in pieno e glielo frantumò in mano. Si dileguò dalla finestra e per giorni e giorni non fece che vantarsi della sua bravata.
- "er palletta" piccolo e rotondo sembrava proprio una palla;
- ed infine "er nasone", poi diventato notaio presso il quale ho lavorato fino alla mia pensione, il quale giocava molto bene a calcio nella squadretta amatoriale dell'Isola che avevamo formato e di cui io non facevo parte perché non sapevo giocare mentre lo sapeva fare il terzo dei miei fratelli.
Una mail è arrivata da mio fratello il quale mi precisa che lui e gli altri due nostri fratelli non avevano soprannomi perché il più grande lavorava e loro, terzo e quarto, sempre a studiare fino al termine degli studi universitari mentre io, il secondo, ero lo "stradarolo" giacché stavo più per strada che in casa e non avevo voglia di studiare.

Spero di non averne dimenticato altri. Eventualmente mi scuso e metto la parola FINE.

5 commenti:

Rosaria ha detto...

Caro Alduccio, tu sei davvero il cantastorie del web e noi tutti lo sappiamo e ne siamo contenti, perchè tutti ti vogliamo bene.
Questa tua storia è straordinaria e ci fa sempre più capire come internet è davvero la più bella e grande scoperta del secolo.
Avevi amici che ti leggevano e tu non lo sapevi.
Ti abbraccio e ti ringrazio.
Bacione ciao. Tanti saluti ai tuoi amici.

il monticiano ha detto...

Sei gentile e generosa cara Rosy, grazie.
Un abbraccione,
aldo.

riri ha detto...

Concordo con la cara omonima Rosellina, tu sei il vero Cantastorie, con i tuoi ricordi ci fai sognare e tornare indietro nel tempo, quando un amico aveva un soprannome e ne era fiero:-) Parlo dei tuoi, perchè i miei come sai sono stati un pò impertinenti:-) Un abbraccio anche qui, a te, alla creatrice del blog ed a tutti i suoi amici, che un pò sono anche nostri:-)

il monticiano ha detto...

Cara Riri anche te in quanto a gentilezza e generosità non scherzi.
Un abbraccione,
aldo.

Rosaria ha detto...

Alduccio riri ha ragione a dire che i tuoi ricordi fanno sognare. Ciao, un bacio a te e riri

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