Blog aperto- venerdì 11 novembre 2011-

Il cantastorie era colui che andava in giro a cantare “storie” per paesi e città, attività già nota dalla metà dell’800, egli di solito si fermava in una piazza, all’angolo di una strada, in un mercato, dove c’era tanta gente di passaggio e lì incominciava a cantare, a suonare, a esibire i suoi fogli e i suoi cartelloni e tutti si radunavano ad ascoltare e a guardare. Un po' come facciamo noi in rete, esibiamo i post e gira e rigira la voglia di raccontare viene fuori. Da piccola sognavo di fare la cantastorie,ero affascinata da questa figura e le loro storie che tanto bene raccontavano.
Blogspot ha realizato in parte questa mia fantasia di bambina, ma a quando vedo e leggo, la figura del cantastorie è solo cambiata, si è trasformata e qui in rete chi in un modo e chi in un altro, un po' tutti " cantiamo le nostre storie" Natale si accosta, con lui i ricordi e i volti amati ritornano e con loro un po' del nostro passato. Nell'attesa del Santo Natale ricorderemo e ci racconteremo. Questi racconti che ho radunato e messi insieme ve li dono con l'augurio di un Santo Natale! Perchè noi bloggers, siamo i moderni cantastorie.


domenica 13 novembre 2011

BERSAGLIO MOBILE ✬ ✬

Considerazioni tragicomiche sul “piè veloce Achille” che non raggiungerà mai la lenta tartaruga
Faccio parte della categoria dei lavoratori “quattro stagioni”, quelli che nel nostro Paese vanno bene in ogni periodo di crisi (cioè sempre) per essere utilizzati come pungiball dai sedicenti Riformatori / Censori / Mancati Premi Nobel ecc.
Prima di tutto in quanto dipendente pubblico (lavoro come funzionario amministrativo in una ULSS del Veneto)
Ebbene sì, appartengo alla categoria professionale che, passando per alterne vicende, ha conseguito a pieno titolo la qualifica di Fannullone Professionale.



Da quando il Ministrino ha lanciato la moda di darci addosso, affibbiandoci epiteti offensivi e la responsabilità di tutti i mali della galassia, siamo stati inquadrati come Capri Espiatori.
Avete per caso sentito (mentre il reuccio del tornello impazzava) voci autorevoli che si siano levate contro la valanga di fango e offese? Le menti eminenti del circo mediatico hanno forse colto la dissonanza di tali sparate nel mucchio con l’istanza critica del pensiero che non accetta le generalizzazioni?
Non mi risulta: dai giornali ai pollai televisivi mi pare che quasi tutti abbiano preso per buono l’assunto…



Ora comunque sto per conseguire un’ulteriore specializzazione: Dipendente pubblico, Donna non più giovanissima, Aspirante pensionata. Ovvero: come riuscire ad essere sempre nel posto sbagliato al momento sbagliato!
Modestamente è il mio cavallo di battaglia: io le possibilità e le occasioni, nella vita lavorativa, le ho schivate tutte per un pelo!
Ho sempre azzeccato la direzione sbagliata e sono sempre arrivata o troppo presto o troppo tardi.
Una lunga gavetta mi ha aiutato: fin da bambina, quando partecipavo alle riffe, immancabilmente usciva sempre il numero prima o il numero dopo del mio.
Oggi poi (ça va sans dir) potrei fare bingo perché, sebbene abbia sempre lavorato, non inseguendo favori né onori, ma con impegno e (credetemi sulla fiducia) con capacità, ora vorrei proprio andare in pensione!
E che succede? Il momento è critico, siamo sul ciglio del baratro: Argentina… Grecia… Peste Bubbonica ! Quindi non è rimasto quasi niente (si sono mangiati quasi tutto) dobbiamo capire, fare sacrifici, tirare la cinghia, tirare il collo…
Mi pregio sottoporre alla Vostra attenzione la breve cronistoria del mio ad oggi infruttuoso inseguimento dell'obiettivo:
- quindici anni fa mi mancava un anno per andare in pensione;
- da una legge all’altra, da una finanziaria all’altra, da un decreto all’altro, la meta si è inesorabilmente spostata ogni volta un po’ più in là
Ne consegue che la sottoscritta è stata ed è tutt’ora sottoposta ad un supplizio di Tantalo: sempre con l’acquolina in bocca e il boccone che se lo pappano gli altri.
Avendo mancato per un soffio la baby pensione, e sempre più posseduta da quell’”oscuro oggetto del desiderio”, ho nel frattempo compiuto ulteriori passi falsi che mi incoroneranno - lo sento - reginetta dei cornuti e mazziati.
Infatti ho avuto proprio di recente la bella idea di riscattare gli anni di università.
Mi pareva la furbata dell’anno: il prezzo era caro e amaro ma, “Se anche alzeranno l’età pensionabile, nessuno toccherà i miei bei quarant’anni di servizio!” (da: Le ultime parole famose).
Non vorrei sfidare l’infallibilità della sfiga esprimendo a parole la paura che mi prende ultimamente quando sento parlare di “eliminare le pensioni di anzianità”.
Ieri sera, mentre cercavo di trovar altrove requie e svago, ho sentito per televisione (non la guardo più a scopo cautelativo) il “più alla moda” che voleva collocare  il traguardo a 69 anni!
Concludendo: non vedo l’ora che la Banda Bassotti tolga il disturbo ma, una volta mandati a casa i compari di oggi, da che parte si gireranno i nuovi per dimostrare capacità e rigore, impegno e responsabilità? Da chi busseranno?
Elementare Watson! Nina qui

1 commento:

nina ha detto...

Che bello ritrovarmi nella strenna natalizia...
Le frattempo le paure che esprimevo nel post sono quasi certezze.
Viva L'Italia
Nina

Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...