Blog aperto- venerdì 11 novembre 2011-

Il cantastorie era colui che andava in giro a cantare “storie” per paesi e città, attività già nota dalla metà dell’800, egli di solito si fermava in una piazza, all’angolo di una strada, in un mercato, dove c’era tanta gente di passaggio e lì incominciava a cantare, a suonare, a esibire i suoi fogli e i suoi cartelloni e tutti si radunavano ad ascoltare e a guardare. Un po' come facciamo noi in rete, esibiamo i post e gira e rigira la voglia di raccontare viene fuori. Da piccola sognavo di fare la cantastorie,ero affascinata da questa figura e le loro storie che tanto bene raccontavano.
Blogspot ha realizato in parte questa mia fantasia di bambina, ma a quando vedo e leggo, la figura del cantastorie è solo cambiata, si è trasformata e qui in rete chi in un modo e chi in un altro, un po' tutti " cantiamo le nostre storie" Natale si accosta, con lui i ricordi e i volti amati ritornano e con loro un po' del nostro passato. Nell'attesa del Santo Natale ricorderemo e ci racconteremo. Questi racconti che ho radunato e messi insieme ve li dono con l'augurio di un Santo Natale! Perchè noi bloggers, siamo i moderni cantastorie.


domenica 13 novembre 2011

Halloween ? e che cos'é ? ✬ ✬

martedì, novembre 01, 2011
Strega bugiarda e anche qui
Il mio vassoio dei morti.
Ieri sera, mentre parlavo al telefono con mia figlia, venivamo interrotte da ragazzini a cui lei porgeva il dolcetto, vassoio già preparato all'ingresso del negozio, e questo rito si sarebbe prolungato fino alle ore 22, come da accordi fra i commercianti del centro storico.
Fastidi per la famiglia e la mia piccolina, da imputare a feste, culture e tradizioni che non ci appartengono.



Ben venga la globalizzazione intesa come conoscenza e rispetto del diverso, o anche come aiuto fra diverse società.. ma io la mia identità me la tengo ben stretta, e ho un latente fastidio nel dover subire le manifestazioni di tradizioni che non appartengono alla mia millenaria cultura e che non si identificano con la nostra storia.
I celti? gli elmetti con le corna? i fantasmi, i riti e i sacrifici pagani ? si, certo, mi incuriosiscono, ho sete di conoscenza, il waldere, la simbologia delle rune...sono avida di sapere, il mistero mi intriga.... ma né i miei trisavoli, né io stessa da bambina e neanche i miei figli, avevamo sentito parlare della notte di Halloween.
Era una festa celtica già 2000 anni fa, che durava dal 31 ottobre al 2 novembre e celebrava il capodanno. Le forze del male si liberavano con gli spiriti dei morti. Accendevano fuochi e offrivano sacrifici.


E già il fatto che bisogna assistere a festeggiamenti sulle forze del male, in una società bacata dalla violenza, dall'oblio delle nostre radici, e dalla ricerca ossessiva di un divertimento che più macabro è, e più piace, io, non ci sto! e dal momento che sono la "scomodina " di sempre, invito tutti ad usare allegoricamente le zucche per farle ragionare...o materialmente per farne gustosissimi tortelli.
Papa Gregorio III, nel IX secolo d.C., provò a controbilanciare questa saga e proclamò il 1° novembre festa di Tutti i Santi, ovvero All Hallow' s Day. La vigilia divenne All Hallow' s Eve, da cui deriva anche la parola attuale.
Quindi noi , noi non irlandesi o scozzesi, noi di lingua romanza e non germanica, noi abituati ad avere i nostri Dei al sole sull'Olimpo e non negli abbissi di un lago grigio e melmoso, sottostante ad un cielo plumbeo e nebbioso, abbiamo deciso in contrapposizione di festeggiare tutti i santi lo stesso giorno e commemorare i nostri cari il giorno dopo.
E anche per chi non è religioso, nel senso cattolico apostolico romano, come me, è facile, semplice e bello nel giorno della commemorazione dei defunti scambiare il ricordo con l'amore che si materializzava nel giocattolo... e nei dolci presenti in ogni tradizione.

Sono passati tanti anni, ma allora come ora nel paese in cui abito i negozi sono aperti oggi e saranno chiusi domani... ed ieri al bar un signore
commentava che il nostro è uno dei pochi paesi della provincia che onora la vechia tradizione "dei morti".
Noi allora non conoscevamo babbo natale, ma il presepe, la befana ci portava i doni e camminando pianin pianino arrivava a Betlemme il 6 gennaio, ed aspettavamo con ansia il giorno dei morti.



Ricordo, posati sui divani del salotto, tre grandi vassoi, con la frutta marturana e le ossa dei morti... era uno spettacolo bellissimo a vedersi, sembravano giochini... ed ammirati ci impossessavamo, ciascuno di noi, del proprio vassoio portato dai nostri antenati... mi sembravano grandissimi e nel mio immaginario pensavo che fossero così grandi perchè venivano dal Paradiso.. sinceramente anche adesso, guardando questi 80cm di vassoio, mi sento piccolina e, così come allora, anche ora non mi verrebbe facile portarlo.


Attraverso i racconti delle zie e di mia madre, conoscevamo i nostri morti che nel giorno del ricordo ci portavano i giochi... solo giochi; i babbi natali di adesso non pensano al nostro divertimento, non ci vogliono bene, ci portano quello che ci serve, magliette, tristi babucce, pigiami...
Messi da parte i vassoi, cominciava la caccia al tesoro... perchè
"LORO" venivano dal cielo, e non avevano più le nostre abitudini... posavano i doni dove non si potevano vedere, perchè loro stessi non si potevano vedere e potevano volare ed andare ovunque.






Si intravedono le foto di familiri..e non tutte...hahaha quanti regali!!!


E allora la voce di una zia... "vediamo cosa ha portato il nonno"... e cominciavamo a cercare sotto i letti, dietro i mobili, sugli armadi... dietro le poltrone ... e zio Umberto, e zio Benedetto, Giuseppe, e zia Angelina, ed erano proprio tanti, fra fratelli dei nonni, dei bisnonni, e ... la casa era grande, e si procedeva cercando per ciascun morto i tre regali portati a ciscuno di noi tre fratelli.
Mi ricordo di un 2 Novembre, che arrivati ad un prozio, personaggio delizioso di cui qualche volta scriverò, mio fratello non riusciva a scovare il regalo... si girava per le stanze, e si scendeva in giardino, e si guardava fra la biancheria degli armadi e negli otto camerini che vi erano in casa... ma niente! fino a quando alzando gli occhi al cielo oramai rassegnato...vide un aereoplanino di latta ... in bilico sul lampadario.
Alla fine, di questa dolce tradizione che avvicina i piccoli ai loro cari con amore e gioco, e che fa capire quella corrispondenza di amorosi sensi sentita dal Foscolo,si cercava il regalo più bello ed importante, quello che ci aveva portato Papà.
Io non lo avevo conosciuto, avevo appena 6 mesi, quando lui uscito dal bagno felice di essere in ferie nel suo paese, e pieno di gioia per altro che forse un giorno racconterò, diceva "bene finalmente colazione granita di limone e briosche, a Ragusa non la sanno fare come da noi..." poi il nome di mia madre... e si accasciò.
Donna Carolina (sua madre), le zie, mia madre, sono state persone che ce lo hanno fatto amare e conoscere, io, non ho mai sentito il dolore della sua assenza ma ho goduto di mille attenzioni da parte di tutti... vista sempre con occhio affettuoso, poichè orfana.
Oggi, la mia nipotina è lontana, ma se l'avessi vicina penso mi sarebbe molto difficile trasmetterle quanto amore e corrispondenza, avevano le nostre tradizioni.
E trovo terribilmente sgradevole e macabro appropriarsi di maschere inquitenti e lontane dalla bellezza del mondo.
Il mio ricordo vola verso chi non c'è più.. ma che vive ancora nell'amore, nell'arte, nei pensieri che sono immortali. Strega bugiarda qui

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