Blog aperto- venerdì 11 novembre 2011-

Il cantastorie era colui che andava in giro a cantare “storie” per paesi e città, attività già nota dalla metà dell’800, egli di solito si fermava in una piazza, all’angolo di una strada, in un mercato, dove c’era tanta gente di passaggio e lì incominciava a cantare, a suonare, a esibire i suoi fogli e i suoi cartelloni e tutti si radunavano ad ascoltare e a guardare. Un po' come facciamo noi in rete, esibiamo i post e gira e rigira la voglia di raccontare viene fuori. Da piccola sognavo di fare la cantastorie,ero affascinata da questa figura e le loro storie che tanto bene raccontavano.
Blogspot ha realizato in parte questa mia fantasia di bambina, ma a quando vedo e leggo, la figura del cantastorie è solo cambiata, si è trasformata e qui in rete chi in un modo e chi in un altro, un po' tutti " cantiamo le nostre storie" Natale si accosta, con lui i ricordi e i volti amati ritornano e con loro un po' del nostro passato. Nell'attesa del Santo Natale ricorderemo e ci racconteremo. Questi racconti che ho radunato e messi insieme ve li dono con l'augurio di un Santo Natale! Perchè noi bloggers, siamo i moderni cantastorie.


giovedì 22 dicembre 2011

Il pennino

Zicin racconta...
Quando ho cominciato a frequentare la prima elementare… si usavano i quaderni con la copertina nera dove… in alto… al centro troneggiava una bella etichetta bianca... in cui si scriveva nome e cognome… uno a righe ed un altro a quadretti… non come adesso che ce n’è uno per ogni materia.
A quei tempi…  c’era  il calamaio, inserito nel banco che era un blocco costituito da un sedile ed uno scrittoio ribaltabile… per inserire libri e quaderni… dicevo c’era calamaio e penna con pennino.
Sempre quell’anno avrò avuto una ventina di maestra… due o tre al mese.
Io ero una bimbetta molto esile e soprattutto molto timida… in quel banco scomparivo e facevo fatica ad arrivare allo scrittoio.
C’è da dire che ero molto studiosa e molto scrupolosa…. mi piaceva fare bene e ci tenevo molto… anzi moltissimo… anche perché c’era da conquistare di continuo la maestra che cambiava di continuo.
Lì... in classe… eravamo una folla… non so bene… ma credo una quarantina... perlomeno così mi pareva.
La maestra di turno scriveva alla lavagna una  consonante o una sillaba e noi dovevamo ripeterla  per due o tre pagine.
Io cominciavo subito e mi mettevo con la massima concentrazione a scrivere… stavo attenta a intingere senza scendere troppo nel calamaio poi scrollavo piano piano per non sporcare il mio e l’altrui grembiule che per fortuna era nero e procedevo nel mio lavoro.
Non badavo a nessuno perchè volevo un quaderno in ordine ed una grafia bella.
Beh… ogni volta… immancabilmente.. arrivata alla fine delle due o tre pagine... improvvisamente si spuntava il pennino e l’inchiostro dilagava  e le mie lacrime contribuivano ad allargare la macchia che prendeva  ogni volta una forma diversa.
Quell’anno per me fu un incubo… ero ossessionata dal pennino che  si spuntava di continuo…
I miei quaderni avevano tutti una sorta di timbro… ogni tre o quattro pagine una macchia
Per fortuna l’anno dopo abbiamo tutti usato la biro e scrivere era facile e divertente e soprattutto.. nei miei quaderni... i timbri non c’erano più… la maestra è stata la stessa per tutto l’anno e, incredibile, sapeva i tutti i nostri nomi... perfino il mio

2 commenti:

Rosaria ha detto...

Tutto vero quello che hai scritto cara zicin
Dio mio, mi hai riportato alla memoria tante cose legate al pennino il mio era era sempre spuntato e la suora mi rimproverava sempre.e l'inchiostro che gocciolava da tutte le parti anche in faccia avevamo macchie scure
le mani.
Con il tuo racconto mi hai regalato un sorriso.
A noi il fatto era più tragico, si sa come sono perfettine le suore.

Vado a letto e porto con me un sorriso, grazie e auguroni cara zicin di un felice e santo natale.

Ma sai che non mi ricordo se a scuola ho usato la biro? Forse non erano ancora uscite?
bacio ciao

Costantino ha detto...

Bellissimo racconto.
Quante volte quei pennini provocavano "macchie" sul quaderno,e quante volte l'inchiostro dei calamai finiva rovesciato!
Allora era un dramma...oggi si dice :bei tempi!

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