Blog aperto- venerdì 11 novembre 2011-

Il cantastorie era colui che andava in giro a cantare “storie” per paesi e città, attività già nota dalla metà dell’800, egli di solito si fermava in una piazza, all’angolo di una strada, in un mercato, dove c’era tanta gente di passaggio e lì incominciava a cantare, a suonare, a esibire i suoi fogli e i suoi cartelloni e tutti si radunavano ad ascoltare e a guardare. Un po' come facciamo noi in rete, esibiamo i post e gira e rigira la voglia di raccontare viene fuori. Da piccola sognavo di fare la cantastorie,ero affascinata da questa figura e le loro storie che tanto bene raccontavano.
Blogspot ha realizato in parte questa mia fantasia di bambina, ma a quando vedo e leggo, la figura del cantastorie è solo cambiata, si è trasformata e qui in rete chi in un modo e chi in un altro, un po' tutti " cantiamo le nostre storie" Natale si accosta, con lui i ricordi e i volti amati ritornano e con loro un po' del nostro passato. Nell'attesa del Santo Natale ricorderemo e ci racconteremo. Questi racconti che ho radunato e messi insieme ve li dono con l'augurio di un Santo Natale! Perchè noi bloggers, siamo i moderni cantastorie.


giovedì 1 marzo 2012

Vento

giovedì 16 febbraio 2012

Vento

Abituato a volgermi indietro con l'ostinazione e la curiosità del bimbo Costantino, come dimenticare una persona buona e d'ingegno, che ha calpestato allora sentieri adiacenti ai miei?
Era stato un trovatello, fatto accudire ad una famiglia per essere "tirato grande", nel dopoguerra del primo conflitto. Gli avevano assegnato per cognome, come usava, quello di un fenomeno atmosferico.
Lui fu "Vento".
Fin da piccolo  laborioso e mite, chi lo allevò decise di affigliarlo, di farlo rimanere.
Negli anni cinquanta, riconobbi in lui un uomo, a modo suo, nobile,  che lavorava nei campi ma era anche un inventore geniale.
Tra le tante idee sviluppate, qualcuno gli attribuiva una realizzazione molto utile. Un gabinetto portatile, con le "spanogge", fatto con le melicacce del granoturco, da caricare in spalla e piazzare nel campo, per utilizzarlo al bisogno, tutelando la riservatezza del momento.
Se così fosse, Vento avrebbe creato la privacy quarant'anni prima di ciascun altro...

Ma il fulcro dei suoi esperimenti era volto a realizzare il "moto perpetuo".
E siccome mio papà diceva che lui era un genio, peccato non avesse potuto studiare, imparai ad osservare con discrezione i suoi tentativi ingenui, ma di grande intelligenza.


Vento cercò per tutta la vita sua madre, nell'unico modo che poteva, andando in chiesa, in solitudine, ad accendere una candela e a pregare.
Consapevole che, l'ultimo giorno, il suo desiderio sarebbe stato esaudito.  

16 commenti:

Rosaria ha detto...

Cercare chi ti ha abbandonato è leggittimo e umano ma è disumano abbandonare un figlio e personalmente credo che mai lo cercherei.Non ne vale la pena.
Ciao Costantino e grazie sempre

Tiziano ha detto...

Ciao Costantino bella storia un po' triste
ma sesta il fatto che Vento in se era un Grand'Uomo
buona giornata.

Giancarlo ha detto...

Concordo con Rosy!! buona giornata...ciao

riri ha detto...

Condivido il pensiero di Rosy, caro Costantino, questo post mi aveva colpito molto, leggendolo da te..un abbraccio.Il nome Vento è bellissimo:)

il monticiano ha detto...

Commentai già nel tuo blog questa bella storia e mi è rimasta impressa.

Rosaria ha detto...

PS..ma non per questo non capisco vento.
Quando si viene abbandonati il desiderio di conoscere e guardare negli occhi colei o colui ti hanno dato la vita e capire dal suo sguardo se ha un po' ha di rimorso, l'amore certamente no.
Per tutta la vita i figli abbandonati si sentiranno un albero senza radici o ne ha mezza.
La bontà di vento nasceva o dal suo DNA o perchè la frustazione che si subisce rende deboli?
Fatto è che più si cresce e più si comprende, e quello che si comprende fa male.
Un dolore che spoglia ogni certezza, se non si è abbastanza forti da fronteggiarlo.

Ma mi chiedo se questa gente che abbandona si sia mai messo in contatto con la propria coscienza.
Caro Vento, è brutto dirlo ma una cosa ho capito che ci sono figli di serie A e quelli di serie B.
Questa storia caro Costantino la lessi sul tuo blog e li lasciai uno stipido commento ma ho voluto che la storia di vento passasse per il cantastorie e che come il vento voli e va a smuovere le coscienze addormentate di coloro che commettono questi orrori a spese di povere anime.
Non vale la pena neppure di maledirli, quello che loro hanno abbandonato Dio ha raccolto.

Ciao.

Umberto scrittore ha detto...

Una storia bella,e triste
Condivido con Tiziano che Vento resta un grande uomo!
Buon Marzo a tutti
Umberto

Costantino ha detto...

Grazie per la pubblicazione di questo piccolo ricordo,scritto col cuore sul filo della memoria.
Con tanta nostalgia , ora che ho passato i sessanta (anni), per la vita semplice e libera
che ho passato da bambino.

La foto,che a me piace molto, è di Giada.

Rosaria ha detto...

Caro Costantino il tuo racconto lo hai scritto col cuore e col cuore è stato stato accolto,
almeno da me.
Ci sono storie di vita, che non dovrebbero mai morire e ricordarle è un dovere che si deve a chi tanto ha sofferto e ha saputo dare il meglio di se stesso come nel caso di Vento.

Ciao e ancora grazie

gattonero ha detto...

Rosy, che commento a fare, con la sua curiosità tipica il gatto aspetta anche lui quel giorno.
Ovviamente un bellissimo racconto, tanta verità racchiusa in poche righe.
Un abbraccio, carissima.

ArunaBC ha detto...

Ciao Rosy, leggo che stai soffrendo per sciatica...ti esprimo i miei auguri di una pronta guarigione, io convivo con due ernie discali alla schiena da 20 anni ...l'unico modo per sconfiggere questi dolori è il movimento.
Più si sta immobili e meno passano ....
Saluto attraverso te i miei amici Costantino e la splendida figlia Giada, bello il suo racconto dalle note emozionanti, ciao Rosy ....un abbraccio forte , passerà il dolore, vedrai!!!

Giancarlo ha detto...

felice week end a Te...ciao

L'angolo di raffaella ha detto...

Una storia molto bella, quanto triste.... complimenti!!!
Condivido in pieno le riflessioni di Rosy...e aggiungo che... la vera madre è chi cresce il figlio e lo segue giorno per giorno dandogli tutto l'amore possibile.
Buona settimana

L'omino con la chitarra ha detto...

... commovente...

Costantino ha detto...

Grazie a tutti! Nello scrivere,nel ricordare,forse perchè mi mettevo nei panni di me bambino,
mi è sfuggita la valenza del dramma di un uomo che,appena nato,non si sa perchè,venne abbandonato. Sono grato a chi ha messo in evidenza questo aspetto così importante.
Con tutti i miei limiti :io non so raccontare,so soltanto ricordare con passione e nostalgia.

Rosaria ha detto...

Caro Costantino, siamo noi che ti siamo grati, per aver dato a noi il piacere di conoscere la storia di vento che tu conservi nell'antico cuore di bambino.
Per questo è bello raccontare storie vere che sono passate e passano tra di no,i lasciando il loro alone della realtà che non sempre è bella.

Ciao e buopna giornata.

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