Martedì, dicembre 13, 2011
PRESEPE.....Ed è sempre Natale
I giorni appena trascorsi sono stati all'insegna di progetti...serenità e dolce pigrizia nello stare in poltrona per tutti gli handmade da finire prima della prossima domenica, giorno di partenza, vado dai miei rami...
Il Natale ci avvicina, ed è occasione per trasmettere tradizioni, sensazioni, emozioni, e per tenere ben salda la memoria, il ricordo...di ciò che siamo..di ciò che eravamo A casa della mia bambina.
fortunatamente c'è attenzione per le tradizioni, e il presepe, compatibilmente agli spazi di adesso è fatto con l'amore e gli stessi entusiasmi che io ricordo da piccolina.
La mia Mamma era una donna meravigliosa, bravissima in molte arti femminili e con un pizzico di vena artistica, e ciò faceva si che si cominciasse ai primi di novembre il lavoro di preparazione di quel presepe che era la mia gioia ed il mio orgoglio...
Intanto un mese addietro, ho inviato a mia figlia qualche vecchio pastorello e qualche casetta... lei ha la fortuna di avere un marito che ama la casa, le tradizioni e ogni attimo libero lo passa con Lulù, ed è con lei, vecchietta di due anni e mezzo, che ha preparato il presepe.
Io, intanto, in ricordo di quei tempi meravigliosi, in cui forse mancava l'apparenza del benessere, ma in tutti, vi era la ricchezza di enormi valori, e si misuravano le persone con "l'essere" e non con "l'avere", ho cercato nel web e nel ricordo di amici... l'intero testo della "Ninnaredda" la novena che tre uomini ogni sera dal 15 Dicembre, cantavano e suonavano per le strade e salivano nelle case dove vi era il presepe.
Erano in tre, un signore con la chitarra, uno col mandolino e l'altro con "u friscalettu", una specie di clarinetto ricavato a mano con una robusta "canna".
Nel presepe della mia infanzia le montagne erano fatte con le pietre della "ferrovia"... scure e porose, invecchiate da tutto quel carbone usato per mandare avanti le locomotive, mentre nelle sponde dei laghi o nel bordo dei letti del fiume... vi era la pietra pomice, che mia madre si faceva portare da Canneto di Lipari, e il muschio, doveva essere spesso e pieno, sempre verde per tutto il periodo, e quale se non il migliore? quello del bosco della Miraglia?
Stavo ore incantata a guardare gli artigiani, davanti le loro botteghe intenti al lavoro, le lavandaie sul greto a sciacquare i panni, i pianoli delle colline pieni di pecorelle accompagnate da cani e pastori... e mi ricordo ancora galline e piccoli animali domestici nell'aia di case che avevano davanti la porta il famoso gelso esistente in tutte le case coloniche di questa zona della Sicilia, e risuonano ancora le parole di mia madre che diceva... "vedi, quell'altra casa colonica invece è dei luoghi della tua nascita, da noi, non c'è il gelso, ma il carrubbo davanti alle case di campagna".
Da piccola dovevo sembrare abbastanza antipatica, non so se lo sono ancora, ma adesso, vicina al concetto della vacuità delle cose, credo di essere diversa. Allora ero come un pavone, tutti dicevano che il presepe di mia madre era il più bello, non è che ce ne fossero molti in paese, ma quelli importanti erano circa sei, tutti appartenenti ad amici di famiglia o a parenti.
Il gruppetto abbastanza consistente di amiche e cugine insieme alla "ninnaredda" si spostava di casa in casa, e in queste case, all'arrivo del canto natalizio salivano tutti i vicini... per cantare insieme il ritornello
E Natali si annunziò,
E Natali si annunziò,
Viniti pasturi ch'è natu u Bambinu
U verbu divinu chi a 'tutti sarvò,
E Natali si annunziò
E Natali si annunziò ....
Da noi c'era il vassoio con i dolcetti per tutti gli abitanti dei vicoli che salivano ad ammirare il presepe, facevano i complimenti a mamma ed assistevano alla novena.Ero la più piccolina del gruppo, ma mi sentivo la più importante infatti da noi la nimmaredda si fermava due volte, su in casa, e all'ingresso del cancello del giardino della strada principale, dove vi era una edicola votiva al Sacro Cuore di Gesù, ora trasferita e "moderna" nella stessa strada e dove allora vi era cancello ed l'antica statua ora vi è una strada.
Ieri, nel parlare con una cugina per chiederle se ricordava il testo della "ninnaredda a Gesù" abbiamo ricordato quelle visite reciproche, quelle sere di canti, ed aneddoti sulle nostre madri, ed io ho confessato l'enorme invidia e la rabbia che ebbi un anno, quando vidi che nel presepe di casa sua il fiume era di acqua che scorreva, e non di specchio come il nostro, vi era un orticello con il grano che aveva germogliato e stava crescendo, e tornai a casa, chiedendo conto e ragione del perchè dai nostri cugini, l'acqua era vera, ma "sopratutto il grano... il grano... perchè noi non avevamo piantato nulla?" e giù pianti...
Sono passate "ere" da allora ma non credo di dover dire "alla mia epoca", in quanto questa in cui vivo è pur sempre la mia epoca, il mio tempo, e allora rispondo a Potolina, nel IL NATALE SECONDO ME e dico che è l'abbandono di ogni competizione , perseguire unione, e coltivare le nostre radici, poichè senza di esse i rami non solo non germogliano ma seccano.
Il Natale secondo me è saper godere con gioia di quello che abbiamo, e desiderare sempre più sentimenti e amore.
Racconto di Gingi
10 commenti:
Rosy grazie mi fa piacere che apprezzi... io mi sono riletta, in genere non lo faccio mai, e trovo tante cose da modificare.... dovrei imparare a curare di più la forma hahah comunque nel complesso mi piaccio e poi quanto sono belle le mie radici e i miei rami...
Un sorriso.
Non ti correggere mai, faresti un grande errore.
Il cuore non si adatta alla forma, lui è libero
la sua espressione, arriva dritta al cuore.
Sono belle le tue origini, bellissima la tua bambina e la tua mamma e tuo genero.
Un sorrisone e grazie
Un racconto di Natale,con dentro il calore di una bella famiglia,che continua nella tradizione di coltivare e trasmettere valori e sentimenti veri,senza tempo.
Grazie ,Gingi,per le emozioni che ci regali e anche a te Rosy,per la cura che metti nel tuo lavoro rendendo possibili certi miracoli.Un abbraccio.
Un racconto che emoziona, scritto con il cuore. Un bacio a Rosy, un caro saluto alla protagonista che ci ha proiettati nelle più belle tradizioni ed usanze che sono quasi dimenticate, ma che qui assumono un valore aggiunto.
Ciao Gingi!! Non smettere mai di scrivere le tue storie che sono le storie di tuti noi, combia la regione i luoghi ma ci riconosciamo tutti in quei tempi eravamo forse più poveri in denaro, ma più ricchi nelle nostre tradizioni, i nostri giovani dovrebbero capire queste cose, perché quando smetteremo di scrivere, quei rami non germoglieranno più, grazie di come hai cantato la tua bella storia,
buon fine settimana.
Tiziano.
CIAO STREGA BUGIARDA.
Belli i tuoi racconti, che grande emozioni . A giorni conto di fare anch'io un post . bello o brutto che sia . Lina
Cara chicchina, faccio tutto con passione e amore e poi mi piace e sono contenta quando le persone si incontrano, e nasce tra loro una continuità.
Ti abbraccio forte
ps...diciamo che sto rubando anche un po' di tempo;)) al tempo.
ciao
Un bacione a te riri, e tu nnon hai nulla da raccontare;)))? Ma si qui mancate tu e zicin...poi io
ma il post sarà quello di tutti gli anni.
Ciao e buon fine settimana a te e nik
CARA ROSY .
Belli davvero tutti i racconti . Certo i momenti belli non ritornano più ...ma saranno sempre dentro di noi e ci porteranno conforto quando ne avremo più bisogno!!
CIAO. LA TUA COGNATINA LINA .
buon giorno a tutti... che cari che siete, sono rientrata ieri l'altro ed adesso sono da amici per il fine settimana... ma non potevo aspettare fino alunedì per dirvi che vi voglio bene... aggiungendo un grosso abbraccio per tutti e un sorriso speciale a Rosy
Gingi
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